Il filosofo di campagna, libretto, Londra, Griffin, 1769

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Luogo campestre con casa rustica.
 
 LENA ed EUGENIA
 
 LENA
 Se dell'albergo che v'abbiamo dato
835esser grata volete
 qualche cosa potete
 fare ancora per me.
 EUGENIA
                                       Che non farei
 per chi fu sì pietosa a' desir miei?
 LENA
 Un marito vorrei nella città.
 EUGENIA
840Ritrovar si potrà.
 LENA
                                  Ma fate presto.
 Se troppo in casa resto
 col zio, che poco pensa alla nipote,
 perdo e consumo invan la miglior dote.
 
    Ogn'anno passa un anno,
845l'età non torna più;
 passar la gioventù
 io non vorrei così;
 ci penso notte e dì.
 
    Vorrei un giovinetto
850civile, graziosetto,
 che non dicesse no,
 quando io gli chiedo un sì. (Parte)
 
 EUGENIA
 Lena è gentile e allegra; e segue i moti
 d'un innocente affetto. Io quella sono
855che non merta perdono. Ad ogn'istante
 parlar mi sento al core
 giustamente sdegnato il genitore.
 
    Io sperai nell'idol mio
 di godere il mio contento
860ma ritrovo con tormento
 nuovo oggetto da sperar.
 
    Giusto amor che l'alma mia
 tu risolvi e che l'accendi,
 per pietà tu mi difendi
865e abbia fine il sospirar. (Parte)
 
 SCENA II
 
 NARDO e TRITEMIO
 
 NARDO
 Ma non andate in  furia! Vostra figlia
 è in sicuro, signor, ve lo prometto;
 è allegra collo sposo nel mio tetto.
 TRITEMIO
 Là dentro?
 NARDO
                       Signorsì.
 TRITEMIO
870Eh, burlate!
 NARDO
                         Ella è così.
 TRITEMIO
 Rapirmela mi pare
 una bella insolenza.
 NARDO
 La cosa è fatta; e vi vorrà pazienza.
 TRITEMIO
 Dov'è? La vo' veder.
 NARDO
                                        Per ora no.
 TRITEMIO
875Eh, lasciatemi andar.
 NARDO
                                          Ma non si può.
 TRITEMIO
 La volete tener sempre serrata?
 NARDO
 Sì, finché è sposata.
 TRITEMIO
 Questa è una mala azion che voi mi fate.
 NARDO
 No, caro amico, non vi riscaldate.
 TRITEMIO
880Non mi ho da riscaldare?
 E vi par questo il modo di trattare?
 
    Corpo del diavolo!
 Questo è un po' troppo.
 Che? Sono un cavolo?
885Sono irritato,
 sono arrabiato;
 la vo' finire,
 non vo' sentire,
 non ho pietà.
 
890   Vo' rovinarvi,
 vo' vendicarmi;
 ed in giudizio
 un precipizio
 ne nascerà.
 
895   Come? Che dite?
 Eh Nardo mio,
 mi maraviglio;
 basta così. (Parte)
 
 SCENA III
 
 NARDO, poi LESBINA
 
 NARDO
 Io crepo dalle risa!
 LESBINA
900Ma cappari! Si vede
 affé che mi volete poco bene.
 In casa aspetto Nardo e non si viene.
 NARDO
 Mi ha trattenuto don Tritemio un poco.
 Concludiam, se ti piace, in questo loco.
 LESBINA
905Io non vi voglio più; sono arrabbiata.
 NARDO
 Cosa dici?
 LESBINA
                      È tra noi bella e spicciata.
 NARDO
 Crudele! E tanto core
 di dirmelo hai nel volto?
 Sfoga più tosto, sfoga il tuo rigore.
910Aprimi pure il petto,
 strappami il cor, quel core
 che sospira per te. (Che cosa fo?
 Non vo' darle piacer col mio dolore.
 Voglio da lei fuggir).
 LESBINA
                                        Dove ten vai?
 NARDO
915Vado a chi ha più pietà.
 LESBINA
 Qualche pietosa bella hai qui d'intorno?
 NARDO
 (Voglio rifarmi). È bella come il giorno.
 LESBINA
 Vattene pure a lei, che io vado intanto
 a qualcun altro che mi brama accanto.
 NARDO
 
920   Ah, poiché pietà non senti
 dell'acerbo mio martire,
 vado anch'io; non voglio dire
 cosa intendami di far.
 
 LESBINA
 
    Dove vai? Voglio sapere
925cosa pensi tu di fare;
 ma fa' pur quel che ti pare,
 che non voglio più parlar.
 
 NARDO
 
    Dunque addio; vado a morire.
 
 LESBINA
 
 (Io mi sento inorridire).
 
 NARDO
 
930Vado aprirmi questo seno.
 
 LESBINA
 
 (Io mi sento venir meno).
 
 NARDO
 
 Ah, sì, vado, poiché vedo
 che speranza più non v'è.
 
 LESBINA
 
    Dove vai? (Io più non reggo).
 
 NARDO
 
935A morir.
 
 LESBINA
 
                   Perché?
 
 NARDO
 
                                    Per te.
 
 A DUE
 
    Ah, non voglio!
 
 NARDO
 
                                  Dunque resto.
 
 LESBINA
 
 No, va' pur.
 
 NARDO
 
                         Che gioco è questo?
 Ah, da quell'occhio languido
 veggo che m'ami ancor.
 
 LESBINA
 
940   Per te deliro e smanio,
 per te son tutta amor.
 
 A DUE
 
    Oh, che gioia! Oh, che contento!
 Dentro al seno il cor mi sento
 per dolcezza liquefar.
 
 NARDO
 
945   Qua la man.
 
 LESBINA
 
                             La mano e poi?
 
 NARDO
 
 Diverremo tra di noi.
 
 LESBINA
 
 Che?
 
 NARDO
 
             Io marito.
 
 LESBINA
 
 E moglie?
 
 NARDO
 
                      Tu.
 
 LESBINA
 
    Vuoi la man?
 
 NARDO
 
                               Se me la dai.
 
 LESBINA
 
950Non vorrei...
 
 NARDO
 
                          E quanto stai?
 
 LESBINA
 
 Ah, mio ben, non posso più!
 
 A DUE
 
    Che smania, che fuoco,
 che incendio, che ardore!
 Io sento che il core
955nol può più soffrir. (Partono)
 
 SCENA ULTIMA
 
 DON TRITEMIO e LENA, indi tutti gli attori
 
 TRITEMIO
 La rabbia mi divora! Olà, ragazza,
 cosa si fa là dentro?
 LENA
 Finito è l'istrumento;
 si fan due matrimoni;
960fra gli altri testimoni,
 che sono cinque o sei,
 se comanda venir, sarà ancor lei.
 TRITEMIO
 Questi sposi quai son?
 LENA
                                            La vostra figlia
 col cavalier Rinaldo.
 TRITEMIO
965Cospetto! Mi vien caldo!
 LENA
 E l'altro, padron mio,
 è la vostra Lesbina col mio zio.
 TRITEMIO
 Come! Lesbina? Ohimè! Io non lo credo!
 LENA
 Eccogli tutti quattro.
 TRITEMIO
                                        Ahi, cosa vedo!
 
 CORO
 
 EUGENIA
 
970   Ah, genitor! Perdono!
 
 RINALDO
 
 Suocero per pietà!
 
 LESBINA
 
    Sposa, signor, io sono.
 
 NARDO
 
 Questa è la verità.
 
 TRITEMIO
 
    Perfidi scellerati!
 
 TUTTI
 
975   Sia per diletto,
 sia per dispetto
 amore al core
 piacer darà.
 
 
 Fine